Aggiornato il 22 Aprile 2023
In questa guida spieghiamo cosa sono le scritture di integrazione.
Tutte le scritture di rettifica nella sostanza si traducono nel dividere un costo o un ricavo in due parti, quella d’esercizio e quella anticipata. La registrazione presenta sistematicamente la rilevazione di due voci di reddito. Nel caso delle scritture integrative il problema consiste nel rilevare un costo o un ricavo che non ha ancora trovato la sua manifestazione finanziaria e, quindi, non risultante in contabilità. Si procede dunque a calcolare una manifestazione finanziaria fittizia, cioè presunta.
Nell’ambito di queste scritture si considerano le rilevazioni concernenti: il fondo imposte e tasse, il fondo svalutazione crediti e i ratei attivi e passivi.
Il fondo imposte e tasse
Le imposte sul reddito d’esercizio dell’anno di cui si va a redigere il bilancio si pagano in realtà, l’anno successivo e non trovano pertanto manifestazione finanziaria nell’anno a cui effettivamente competono. Per rispettare il principio di competenza è indispensabile procedere alla rilevazione del costo d’esercizio relativo alle imposte a fronte dell’uscita che si presume avverrà nel corso del periodo amministrativo successivo.
Il fondo svalutazione crediti
Nel caso in cui un credito non sia riscosso, la perdita su crediti rappresenta un costo di competenza dell’esercizio in cui il credito stesso è stato concesso. Pertanto, al 31/12 si procede a stimare la perdita che probabilmente si manifesterà sui crediti in portafoglio per farla pesare sul reddito dell’esercizio.
I ratei attivi e passivi
Il rateo è un debito o un credito presunto che misura una quota di costo o di ricavo di competenza dell’esercizio in corso che non ha ancora avuto la sua manifestazione finanziaria che avverrà soltanto in esercizi futuri. Si possono avere ratei attivi e ratei passivi. Il rateo attivo è il ricavo la cui manifestazione finanziaria avverrà in un esercizio successivo ma che è in parte di competenza dell’esercizio in corso. Un esempio di rateo attivo è la quota d’interessi attivi maturati a fine esercizio su un finanziamento erogato il cui incasso effettivo avverrà nell’esercizio successivo. Il rateo passivo è il costo che avrà la propria manifestazione finanziaria in un esercizio successivo, anche se, in parte, di competenza dell’esercizio in corso. Un esempio di rateo passivo è la quota d’affitto maturato a fine esercizio il cui pagamento effettivo avverrà nell’esercizio successivo.
La formula per calcolare il rateo è Importo del contratto / Durata del contratto * Periodo di utilizzo dell’oggetto del contratto, cioè di competenza fino al 31/12. Tale costo o ricavo non è rilevato poiché non ha avuto la manifestazione finanziaria ma deve essere aggiunto al totale dei costi di esercizio o ricavi di competenza.