Aggiornato il 28 Aprile 2023
In questa guida spieghiamo cosa si intende per opzioni in ambito finanziario.
Sono un contratto che conferisce il diritto (non l’obbligo) di comprare o vendere un determinato bene ad un prezzo prefissato (strike price) ad una certa data. Il diritto è conferito dal venditore all’acquirente previa corresponsione di un premio (cioè del prezzo dell’opzione).
I beni sottostanti un’opzione possono essere diversi (ad es. strumenti finanziari o metalli) ed i contratti sono di due tipi:
-opzioni europee: consentono di esercitare il diritto di acquisto (call option) o di vendita (put option) del bene ad una data prefissata;
-opzioni statunitensi: il diritto di opzione può essere fatto valere in ogni istante compreso tra la sottoscrizione del contratto e la data di scadenza.
Caratteristiche strutturali delle opzioni e dei mercati in cui vengono trattate
Negli USA ci sono 5 mercati, altre piazze importanti sono: Montreau, Londra, Parigi. Per eliminare il rischio di insolvenza è stata creata la Clearing Corporation che:
-studia, realizza ed emette opzioni quotate sui vari mercati;
-regolamenta la presenza degli investitori/intermediari, limitandola ai soli membri;
-si preoccupa degli standard dei contratti;
-si occupa del matching delle diverse posizioni: cioè della contemporanea presenza per ogni contratto di un acquirente e di un venditore, si pone anche come controparte di entrambi per il buon fine dell’operazione.
Parallelamente ai mercati regolamentati, esiste un mercato delle opzioni over the counter (o fuori borsa), dove vengono trattate put e call emesse da investitori privati, compravendute da dealers che hanno il compito di trovare una controparte acquirente.
L’investitore che acquista una call option si garantisce la possibilità di entrare in possesso ad (o entro) una data di un’azione ufficialmente quotata e avrà interesse ad esercitare il diritto solo quando il valore del titolo sarà superiore al prezzo d’esercizio. Il guadagno derivante dall’operazione sarà G = [V – (P + S)] n dove G è il guadagno, V la quotazione del titolo, P il premio pagato per la call, S il prezzo d’esercizio ed n il numero di titoli inclusi nel contratto di call option.
-Call in the money: prezzo d’esercizio < valore corrente del titolo.
-Call at the money: prezzo ≡ valore.
-Call out the money: prezzo > valore.
Questa la principale differenza tra una call ed una put:
-call: permette di coprirsi dal rischio di un aumento del prezzo del titolo;
-put: permette di neutralizzare le conseguenze di una diminuzione della quotazione del titolo sottostante.
Il valore intrinseco di una call è dato dalla differenza tra prezzo di mercato e prezzo d’esercizio: se i due prezzi sono uguali o il secondo è maggiore del primo allora non c’è valore intrinseco, la call mantiene cioè un proprio valore di scambio.
Il premio speculativo è uguale alla differenza tra premio totale e valore intrinseco ed è influenzato da fattori come:
– la volatilità del prezzo del titolo: quanto più il prezzo è variabile, tanto più elevato è il premio speculativo;
-la scadenza del contratto: più lungo è il tempo, maggiori sono le possibilità che le quotazioni assumano valori convenienti;
-il valore del titolo optato: più alto è il valore, più alto è il premio;
-prezzo d’esercizio: se questo diminuisce, il valore dell’opzione sarà superiore.
La vendita di una put option è un’operazione simmetrica alla precedente – il guadagno di una parte corrisponde alla perdita dell’altra – si ha che G = [S – (P + V)] n.
-Put in the money: strike price > quotazione del titolo.
-Put at the money: strike price ≡ quotazione.
-Put out the money: strike price < quotazione