Aggiornato il 24 Aprile 2023
In questa guida spieghiamo il significato di Capitale Circolante Netto e proponiamo la formula per il calcolo.
Oltre valutare il livello di liquidità di un’impresa attraverso indice relativi, può essere utile considerare anche valori assoluti, questo compito viene svolto dal Capitale Circolante Netto.
Risulta essere la differenza tra le attività e le passività di natura corrente, di norma è positivo per le aziende industriali (le scorte ed i crediti commerciali eccedono i debiti di fornitura ed il TFR); può anche essere definito come l’investimento (o il finanziamento qualora la differenza dovesse mettere in evidenza un valore negativo) generato dalla gestione caratteristica; può infine essere visto come l’insieme delle uscite monetarie conseguenti all’esercizio dell’attività caratteristica che non hanno ancora trovato compensazione in entrate monetarie. Quanto detto si contrappone alla definizione contabile amministrativa che vede il capitale circolante netto come la differenza tra attività e
passività a breve.
Il capitale circolante è così identificato:
– consegue all’attività corrente;
– pur essendo un investimento non garantisce alcun rendimento esplicito;
– le forme di coperture necessarie al suo finanziamento sono onerose.
La gestione deve essere quindi orientata al conseguimento delle dimensioni del capitale circolante, in modo da disporre di risorse finanziarie a costo (quasi) nullo. Se lo paragonassimo ad una spugna: dilatandosi assorbe liquidità, contraendosi libera risorse.
Il modello appena visto consente di identificare 3 grandi aree:
-area della gestione corrente (sfondo bianco): con le operazioni legate al ciclo acquisto-trasformazione-vendita;
-area degli investimenti (e disinvestimenti) (sfondo scuro): quelle necessarie alla gestione caratteristica (operative non correnti) e quelle relative agli investimenti che portano proventi;
-area dei finanziamenti (sfondo chiaro): attinente a tutte le decisioni di copertura del
-area delle remunerazioni finanziarie: costituita da dividendi e interessi corrisposti e percepiti, che sono diretta conseguenza delle scelte operate nell’alea degli investimenti e in quella dei finanziamenti.
L’equilibrio finanziario (equilibrio fra entrate ed uscite) potrà raggiungersi solo se i flussi generati ed assorbiti dalle 4 aree saranno tendenzialmente equilibrati nel lungo periodo.
L’attivo corrente rappresenta gli investimenti che generano, nell’arco temporale di riferimento, entrate monetarie. Il passivo corrente rappresenta le fonti di finanziamento che generano, nel corso dell’arco temporale di riferimento, delle uscite monetarie.
La differenza tra attivo corrente e passivo corrente si denomina CCN (Capitale circolante netto) e rappresenta “il surplus” (ma anche “il deficit” in alcune circostanze) di risorse monetarie che l’azienda ha investito in eccedenza rispetto al passivo corrente.
Il Capitale Circolante Netto è un valore di notevole importanza perché fornisce la misura dell’equilibrio finanziario a breve termine dell’azienda.
Se dall’analisi risulta un CCN positivo, la conclusione dovrebbe essere quindi: “più grande è il CCN migliore è la situazione finanziaria dell’azienda”.
Va precisato, peraltro, che il giudizio sull’equilibrio finanziario a breve, diagnosticato dall’analisi, molto immediata, del CCN, va confermata da un minino di approfondimento.
Esistono infatti aziende con CCN negativi, ma il cui squilibrio è solo apparente. Si pensi, ad esempio, al caso di un’azienda il cui potere contrattuale presso i propri fornitori sia tale da garantirle di finanziarsi in buona misura anche con questa voce del passivo a breve. là chiaro che per tale azienda l’eventuale CCN negativo non è sintomo di alcuno squilibrio,
Altro esempio può essere quello di un CCN negativo dovuto però a situazioni contingenti: valga per tutti il caso di acquisto di immobilizzazioni tecniche per il quale, di comune accordo con la banca, si è utilizzato un finanziamento a breve, in attesa della definizione delle pratiche di mutuo. L’affermazione sopra riportata va perciò rettificata come segue: generalmente, più grande è il CCN migliore è la situazione finanziaria dell’azienda.