Aggiornato il 29 Aprile 2023
Al fine di misurare la performance economica, si possono prendere in considerazione gli strumenti per misurare il valore del capitale. A differenza di strumenti quali bilancio, budget e piani dei conti, i quali seguono un approccio totale-contabile, la valutazione del capitale ha un approccio totale per flussi monetari attualizzati.
Per l’analisi del valore del capitale si utilizzano due strumenti
-capitale netto;
-capitale economico.
Il capitale netto è desumibile dalla contabilità tradizionale. Esso deriva dalla somma algebrica di
Il capitale netto può essere calcolato anche dallo stato patrimoniale: deriva dal totale delle attività nette meno i debiti. Le attività nette indicano il capitale impiegato in un’impresa. Si calcola sulla base della situazione patrimoniale, assumendo le attività fisse (totale attività immobilizzate) più le attività correnti (attivo circolante), al netto delle passività correnti (debiti di breve periodo e quote a breve di debiti a lungo periodo)
Capitale netto = attività correnti – passività correnti
Se si comparasse il risultato del capitale netto con il valore del capitale sociale dell’impresa, si ricaverebbe un indice sugli effetti delle risorse investite. Il capitale netto risponde quindi alla domanda: “le risorse investite inizialmente sono aumentate o hanno subito una decurtazione?”
Il Capitale Netto esprime la situazione di liquidità dell’azienda, ossia la sua capacità di far fronte alle obbligazioni a breve termine attraverso flussi finanziari generati dalla gestione tipica dell’impresa.
Sottrarre indistintamente i debiti alle attività, presenta un limite a questo parametro per la creazione e valutazione del valore del capitale. Tale limite viene presentato dalla natura degli investimenti che, seppur inizialmente possono comportare una riduzione del valore del capitale, in futuro potrebbero incrementarlo notevolmente. Si pensi al caso degli investimento in Ricerca e Sviluppo (R&S o Research and Development, R&D). Gli investimenti in R&S per il lancio di un nuovo prodotto o servizio innovativo, rientrando nella voce di “costi per ricerca e sviluppo”, riducono l’ammontare della grandezza del capitale netto, ma accresce la capacità di creare valore in seguito.
Il capitale netto ha un approccio “storico”, più concentrato sul presente e sul passato, piuttosto che sugli effetti futuri. Esso registra la storia della generazione di ricchezza, senza tener conto delle potenzialità competitive ed economiche future dell’impresa.
Per una performance complessiva, occorre valutare i redditi che l’impresa sarà in grado di generare in futuro, ossia adottare la misura del capitale economico. Il capitale economico è uguale alla differenza tra il valore dell’impresa e il valore del
debito, ossia la somma algebrica attualizzata dei flussi futuri al netto del valore attuale dei flussi pagati ai finanziatori (e.g. interessi passivi).
Il capitale economico prende in considerazione
-reddito previsto nei futuri esercizi
-tasso di attualizzazione (rendimento investimenti alternativi con rischio nullo + compenso per il rischio).
Ipotizzando la durata pressoché illimitata dell’istituto, il capitale economico sarà ricavato secondo il metodo reddituale puro
In altri termini, dato l’approccio “prospettico” del capitale economico, esso può essere compreso come valore dei flussi futuri meno il valore dei flussi attuali pagati ai finanziatori. Utilizzando questo metodo, si stima il reddito che l’investimento dovrebbe portare all’impresa in futuro, considerando allo stesso tempo i costi di investimento, ossia i flussi pagati ai finanziatori nel presente.