Aggiornato il 23 Aprile 2023
In questa guida spieghiamo definizione e significato di break even point.
Uno degli strumenti principali per l’analisi costi-volumi-risultati è il punto di pareggio, anche detto Break Even Point (BEP). L’obiettivo del punto di pareggio è la determinazione del numero di vendite da effettuare per coprire interamente tutti i costi aziendali. Per questo tipo di analisi è fondamentale la divisione tra costi fissi (CF) e costi variabili (CV).
Come mostrato in figura, i costi variabili sono direttamente e strettamente correlati al volume di produzione e vendita. Nonostante i costi fissi sembrano indifferenti dalle variazioni di quantità (Q), la relazione effettiva mostra come anche i costi fissi tendono ad aumentare a fronte di aumenti consistenti nei volumi di produzione e vendita.
Al fine di semplificare i grafici, quando si parla di costi fissi si traccia una linea perfettamente orizzontale. Nella relazione effettiva, questa interpretazione coglie soltanto una parte di costi fissi indicati nella figura seguente dal segmento AB.
I costi totali (CT) sono il risultato della somma tra costi fissi e costi variabili.
Graficamente, quindi, i costi totali avranno origine all’altezza dei costi fissi, come mostrato nella figura seguente.
Un ulteriore precisazione al fine di eseguire l’analisi del punto di pareggio è il calcolo dei costi unitari. L’utilità di tale operazione risiede nella necessità di conoscere quanto contribuisce ciascuna unità prodotta nella formazione dei costi. Il costo variabile unitario è uguale al rapporto tra il totale dei costi variabili e il totale del numero di pezzi prodotti e venduti. Le aziende cercano di minimizzare l’incidenza dei costi totali unitari (CT/Q) sfruttando a pieno la propria capacità produttiva. Le operazioni per cercare di minimizzare il rapporto CT/Q prendono il nome di “economie di scala” (economies of scale).
Per punto di pareggio si intende quella coordinata di grafico dove i ricavi totali (RT) eguagliano i costi totali (CT)
Scomponendo i costi totali si ottiene
I ricavi totali (RT) sono uguali al ricavo unitario per pezzo prodotto (Ru) moltiplicato per la quantità prodotta (in questo caso la quantità che si vuole trovare è quella di pareggio, da ora abbreviata con Q*)
I ricavi totali, come i costi variabili totali, sono le due componenti influenzate dalla quantità prodotta e venduta. Quindi, seguendo lo stesso ragionamento dei ricavi totali, i costi variabili totali possono essere rappresentati attraverso la moltiplicazione tra costi variabili unitari (CVu) e quantità di pareggio.
Scomponendo i valori RT e CV nell’equazione iniziale si ha la seguente rappresentazione
Si raccoglie ܳQ*
Si ottiene l’operazione finale per la quantità di equilibrio
Dove il denominatore è conosciuto anche come “margine di contribuzione unitario”.
Dall’operazione per la quantità di equilibrio si può ricavare il fatturato di equilibrio, ossia l’ammontare di fatturato che ci permette di coprire tutti i costi di produzione (CT). Il fatturato di equilibrio si ottiene dividendo il denominatore per il
prezzo unitario.
A seguito del calcolo del fatturato e della quantità di equilibrio, si ricava graficamente il Break even point .
Il margine di sicurezza (o margine di sovracopertura) è un ulteriore rapporto derivante dalla break even analysis, il quale contribuisce a determinare di quanto, percentualmente, il volume delle vendite può diminuire prima che l’azienda inizi a realizzare perdite. Al numeratore vi è la differenza tra la quantità attualmente prodotta che contribuisce a creare utile operativo (Q’) e la quantità di pareggio (Q*)
Il margine di sicurezza, quindi, viene calcolato come lo spazio grafico tra l’area di utile operativo e il punto di pareggio. Esso indica all’analista la capacità di resistenza dell’impresa di far fronte a uno shock negativo della domanda di mercato.
Nelle analisi temporali e spaziali di mercato, a parità di fatturato e risultato operativo, è preferibile l’azienda con più alto margine di sicurezza.
Una delle domande più frequenti su questo strumento di analisi riguarda il come utilizzarlo qualora l’impresa venda più prodotti non omogenei.
Si parla quindi di impresa multiprodotto, con prezzi e costi variabili unitari differenti tra un prodotto e l’altro.
Il calcolo diviene approssimativo e statistico.
Il ܴRu e il CVu sono calcolati secondo medie ponderate sulla base del mix dei volumi. Supponiamo un’impresa abbia la seguente situazione di produzione
Il mix % sui volumi è dato dai pezzi prodotti diviso il numero di pezzi totali, per ogni tipologia di prodotto. Per il prodotto X, si calcola in questo modo
Il calcolo è dato da
70.454 pezzi indica il punto di pareggio totale aziendale. Per ogni prodotto è pari a
-Prodotto X: il 22,22% di 70.454, ossia 15.656 pezzi;
-Prodotto Y: il 36,11%, ossia 25.442 pezzi;
-Prodotto Z: il 41,66%, ossia 29.356 pezzi.
In conclusione, se l’impresa riuscirà a produrre e vendere le seguenti quantità, i suoi RT sono pari ai CT.