Aggiornato il 21 Aprile 2023
In questa guida spieghiamo definizione e significato di autofinanziamento in economia aziendale.
L’autofinanziamento è uno dei modi di copertura del fabbisogno finanziario generato dalla gestione. Tale fenomeno può essere osservato da due punti di vista, quello finanziario e quello economico.
Secondo il primo punto di vista, quello finanziario, l’autofinanziamento è la fonte di finanziamento interna necessaria per migliorare l’equilibrio finanziario dell’azienda senza il ricorso a terzi.
Dal secondo punto di vista, invece, distinguiamo due origini del’autofinanziamento: uno dai ricavi e l’altro dai costi.
L’autofinanziamento da ricavi origina a un utile, il quale se reinvestito nell’azienda rappresenta una vera e propria fonte di finanziamento interna, poiché l’azienda si rende in tal modo autonoma.
L’autofinanziamento da costi, ha origine da quei costi che hanno competenza economica ma non hanno avuto manifestazione finanziaria.
Rispetto a queste due origini si può fare riferimento a due accezioni di autofinanziamento, una in senso stretto, e un’altra in senso ampio. L’autofinanziamento in senso stretto rappresenta proprio la quota di utile di esercizio conseguita dall’azienda. Tale autofinanziamento, a seconda se l’utile è reinvestito nei processi aziendali o meno, può essere in senso statico o in senso dinamico. In particolare quello in senso statico riguarda il risparmio di utili netti, attuato sia in modo palese, facendo trasparire l’utile nel bilancio, sia in modo occulto attraverso la forte applicazione del principio di prudenza, cioè sopravvalutando le passività e sottovalutando le attività.
In senso dinamico, invece, riguarda il flusso di utili conseguiti sia riaffluito all’esterno per remunerare il capitale di proprietà sia mantenuti nell’impresa.
L’autofinanziamento in senso ampio comprende al proprio interno quello in senso stretto più l’autofinanziamento da costi.
Tali costi che lo compongono appartengono a due categorie definite come capitale autogenerato e rigenerato. Il capitale rigenerato rappresenta il reintegro della ricchezza investita nei Ffr. In altre parole l’ammortamento è una fonte di autofinanziamento in senso ampio, poiché la quota di costo che incide negativamente sul reddito non rappresenta un’uscita di denaro, di conseguenza vi è un risparmio di risorse che genera autofinanziamento da costi. Oltre all’ammortamento bisogna considerare all’interno del capitale rigenerato anche le perdite future presunte che possono intaccare il capitale investito. Tale capitale si chiama rigenerato poiché si ottiene dalla rigenerazione dell’investimento effettuato.
Il capitale autogenerato, invece, può essere distinto in due componenti. La prima è la copertura dei costi futuri presunti, cioè tutti quei costi che sono di competenza, calcolati in base al rischio, e a quali non corrisponde manifestazione finanziaria. Questa prima componente del capitale ha una natura temporanea, poiché le risorse finanziarie che coprono tali costi restano a disposizione dell’impresa fino al momento in cui si avrà l’eventuale uscita di denaro. La seconda componente è l’utile di periodo costituita dagli utili conseguiti che sono destinati ad essere distribuiti ai soci o accantonati a riserva. Questa seconda componente ha in parte una natura temporanea e in parte una natura permanente. Infine, l’autofinanziamento in senso ampio è dato dalla somma del capitale rigenerato che comprende al proprio interno le perdite future presunte e il reintegro della ricchezza dei Ffr e il capitale autogenerato che comprende i costi futuri presunti e l’utile di periodo.