Indice
Aggiornato il 29 Aprile 2023
Questa guida costituisce un primo approccio all’analisi per indici. Attraverso il calcolo degli indici, ossia dei rapporti tra grandezze economiche, patrimoniali e finanziarie contenute nello stato patrimoniale e nel conto economico riclassificati, è possibile ottenere informazioni più dettagliate circa la redditività, la situazione patrimoniale e finanziaria e la capacità dell’impresa di ottenere risultati economici positivi durevoli nel tempo.
Attraverso la lettura sistematica degli indici risultano più chiare le leve che il management può manovrare per riuscire a migliorare la redditività dell’impresa, mantenendo contestualmente l’equilibrio patrimoniale e finanziario, indispensabile per un buon proseguimento dell’attività.
Tuttavia è bene far rilevare che non esistono indici in assoluto migliori di altri. La cosa importante è che essi possano essere collegati da relazioni di interdipendenza e complementarietà e che possano rappresentare un sistema in grado di evidenziare gli elementi più qualificanti per la valutazione del successo – economico e finanziario – nel medio e lungo termine.
Gli indici di bilancio rappresentano una vera e propria chiave per comprendere la situazione nella quale l’azienda versa, ossia se essa si trova in una solida posizione finanziaria, oppure soffre di squilibri che la rendono vulnerabile sotto questo profilo.
L’utilizzo della tecnica in discorso permette di fornire risposte puntuali e precise ad alcuni interrogativi quali, ad esempio, se la clientela sta pagando nei termini previsti, se i nuovi investimenti sono stati finanziati con disponibilità monetarie generate dalla gestione, oppure da finanziamenti esterni, se il maggior utilizzo degli affidamenti bancari produrrà benefici o perdite in termini di redditività.
Per questi motivi, qualsiasi soggetto, per qualsivoglia motivo interessato alle vicende di una particolare azienda, non può prescindere dal ricorso all’impiego di questo strumento, che gli consente di scoprire ed approfondire, attraverso gli effetti sui bilanci, le cause dei risultati economici ottenuti, la tendenza dell’impresa a realizzare in futuro profitti ed il grado di solidità finanziaria dalla stessa posseduto.
Il giudizio circa le condizioni generali dell’impresa e gli sviluppi plausibili attesi deve in ogni caso scaturire dal confronto con diverse tipologie di dati, in relazione alla particolare informazione ricercata.
Il confronto con i dati storici permette di effettuare la valutazione del rendimento aziendale; quello con i dati relativi alle altre aziende paragona la performance aziendale con quella di un’altra compagine, con quella della migliore del settore (benchmarking) o, ancora, con quella media dello stesso; infine, il confronto può essere posto con standard soggettivi.
Leggere il bilancio di una società non è certamente facile e un aiuto arriva dall’analisi fondamentale, che esamina i dati economici principali delle imprese, come l’utile previsto, le prospettive del settore, le possibilità di successo dei prodotti e la qualità del management.
Un primo gruppo di indicatori usati dagli analisti fondamentali sono gli aggregati di bilancio.
Importante nell’analisi di bilancio è il MOL, il margine operativo lordo, indicato in inglese con Ebitda. Il Mol è la misura del risultato economico conseguito dall’impresa con la sua sola attività di produzione ed è pari alla differenza tra i ricavi derivati dalla produzione e i costi sostenuti per essa.
Un altro indicatore per l’analisi della redditività delle imprese è l’Ebit, l’utile operativo di un’azienda, pari alla differenza tra i ricavi e i costi relativi alla gestione dell’attività principale dell’impresa e serve per capire se l’azienda è capace di far fronte ai propri impegni finanziari. In particolare, se è superiore a questi, l’attività è sufficiente a remunerare anche gli azionisti ed eventualmente a fronteggiare spese straordinarie; se è inferiore, l’impresa è in crisi. L’utile operativo di un’azienda è un valore fondamentale per il calcolo di importanti indici della redditività.
Primo fra tutti il ROS, return on sales e in italiano traducibile con tasso di rendimento lordo delle vendite. Il ROS è dato dal rapporto tra il reddito operativo e il fatturato e indica la redditività dell’attività principale dell’azienda. Ugualmente importante è il ROI, acronimo per return on investment e in italiano indice per la redditività del capitale investito. Esso è uguale al rapporto, espresso in termini percentuali, tra il reddito operativo e il capitale investito.
Analogamente al ROI, anche un altro indice di redditività fornisce la misura dell’efficienza di un’impresa nello svolgere la propria attività principale. Stiamo parlando del ROE, letteralmente return on equity, ottenuto dividendo l’utile di bilancio per il capitale proprio della società.
L’analisi per indici, utilizzata alle risultanze dei bilanci, è una tecnica di studio della situazione economica, patrimoniale e finanziaria d’impresa fondata sul calcolo di determinati indicatori ottenuti ponendo a rapporto valori derivati direttamente dallo Stato patrimoniale e dal Conto economico riclassificati.
Si deve tuttavia sottolineare che gli indici di bilancio non hanno una capacità segnaletica assoluta, ma permettono di individuare “sintomi e indizi” sullo svolgimento della gestione aziendale con riferimento ai seguenti aspetti dell’impresa permettendo di esprimere solo giudizi di prima approssimazione
-redditività
-liquidità
-solvibilità
-solidità
Inoltre si deve fare rilevare che gli indici di bilancio non devono essere esaminati nel loro singolo risultato, quindi non hanno un significato autonomo ma devono essere esaminati nella loro globalità, presentano la caratteristica di segnalare eventuali squilibri, le cui cause devono essere attentamente esaminate dal management con una opportuna indagine di natura qualitativa, sia all’interno dell’azienda sia all’interno del mercato in cui la stessa azienda opera.
Come si possono classificare le analisi per indici
Le analisi di bilancio per indici, che presentano una certa valenza, possono essere classificate in:
-analisi temporali o sequenziali, ossia quando si esamina il trend degli indici che scaturiscono da una serie di bilanci annuali della stessa azienda (ad esempio da un minimo di 3 a un massimo di 5 anni);
-analisi di settore o interaziendali, ossia quando si confrontano gli indici di bilancio dell’impresa con quelli di altre imprese che operano nello stesso settore e con la stessa dimensione strutturale e di fatturato;
-analisi temporali e interaziendali, ossia quando il confronto viene operato sulla base degli indici di più esercizi e di più aziende operanti nello stesso settore.
Le analisi per indici sviluppati per un solo esercizio hanno invece una assai scarsa significatività.
Inoltre i risultati scaturenti dall’analisi di bilancio temporale o sequenziale di un’impresa possono essere confrontati con appositi valori standard o indici obiettivo cui l’azienda deve puntare per l’attuazione dei suoi programmi.
L’analisi di bilancio per indici o ratios analysis si attua mediante la costruzione di una serie più o meno ampia di relazioni numeriche tra valori o classi di valori di bilancio e si avvale di indici-quozienti e di indici-differenze.”
Essa consente di verificare la performance della gestione aziendale in un determinato arco temporale in un quadro sintetico di facile lettura e dall’alto valore segnaletico.
L’analisi per indici presenta l’indubbio vantaggio di trasformare i numeri assoluti (per esempio quelli dei margini di struttura o dei Conti economici) in numeri relativi permettemdo di confrontarli con altri indici, sia nel tempo (confronti temporali) sia tra imprese (confronti interaziendali), sia con dati standard e medi.
Per calcolare un indice di bilancio si utilizza un procedimento matematico per determinare un rapporto (o quoziente) tra due grandezze che vengono in tal modo poste a confronto. Gli indici sono dunque rapporti matematici – in termini anglosassoni sono conosciuti con la parola ratios – anche se spesso sono utilizzati nell’analisi di bilancio anche valori differenza tra due grandezze, ma in questo caso si parla più propriamente di analisi per margini (patrimoniali e/o economici).
Le analisi per indici – metodologia
Il calcolo di questi indici origina quasi sempre problemi di metodologia che si manifestano quando si raffrontano dati economici con dati patrimoniali. I valori di reddito rappresentano infatti QUANTITA’ FLUSSO e riguardano un arco di tempo limitato mentre i valori patrimoniali si riferiscono alla data di chiusura dell’esercizio e rappresentano QUANTITA’ STOCK.
-nel tempo (riferito alla singola impresa)
-nello spazio (riferito a più imprese dello stesso settore).
I valori reddituali rappresentano quantità flusso e riguardano un arco di tempo limitato. Non esistono problemi per gli indici che rapportano valori di flusso presi dal Conto Economico. I valori patrimoniali rappresentano quantità stock e si riferiscono generalmente alla data di chiusura dell’esercizio. Per il calcolo degli Indici che rapportano valori di flusso presi dal Conto Economico a valori di stock dallo Stato patrimoniale, è opportuno considerare una media di valori, ad esempio il valore di inizio esercizio e il valore di fine esercizio.
Risulta essere opportuno sottolineare come il Bilancio di esercizio determina Il risultato economico di periodo (flusso) ricavabile dal Conto economico e Il capitale di Funzionamento (stock) ricavabile dalla predisposizione dello Stato patrimoniale. “Affinché l’analisi risulti significativa, occorre che gli indici ottenuti siano interpretati in modo unitario e coordinato e vengano confrontati con i risultati raggiunti negli anni passati dalla stessa impresa, con le medie settoriali e con gli indici di andamento macroeconomici (andamento dell’occupazione, dell’inflazione, andamento della domanda aggregata ecc.). Va comunque sottolineato che, come tutte le analisi prospettiche, anche l’analisi per indici può fornire solo una “chiave di lettura” di probabili andamenti futuri, che non necessariamente si verificheranno.
Gli indici di bilancio non hanno un valore segnaletico assoluto, ma forniscono unicamente “sintomi ed indizi” sullo svolgimento della gestione, con riguardo alla redditività, alla liquidità, alla solidità e alla solvibilità dell’azienda, e quindi consentono giudizi di prima approssimazione.
Le analisi per indici – tipi di analisi
Si parla di Analisi per indici ORIZZONTALE quando l’analista procede ad elaborare i bilanci di differenti aziende tutte appartenenti al settore di appartenenza dell’impresa, allo scopo di evidenziare analogie e differenze ovvero con dati medi del settore nel quale l’impresa opera. Questa tecnica permette all’analista il confronto tra la composizione delle fonti e degli impieghi dell’azienda oggetto dello studio con altre realtà aziendali.
Si parla di Analisi per indici VERTICALE quando si elaborano più indici della stessa azienda ma riferiti a diversi esercizi consecutivi, allo scopo di esaminare l’andamento nel tempo di un determinato indice, rilevandone difformità o anomalie di comportamento. L’analista non deve limitare il proprio giudizio al valore assoluto degli indici, bensì alla loro evoluzione nel tempo e nello spazio. Quest’ultima può rappresentare un punto di riferimento per esprimere apprezzamenti sulle singole realtà aziendali.
L’Analisi dell’andamento dell’impresa nel tempo è una tipologia di analisi che permette all’analista di bilancio di valutare nel tempo la dinamica della composizione del capitale sia dal punto di vista delle fonti che degli impieghi.
Esempio
Sulla base dei dati sopra esposti, procediamo
-alla riclassificazione analitica dello Stato patrimoniale
-alla predisposizione dello schema sintetico dello Stato patrimoniale riclassficato
-alla riclassificazione del Conto Economico a valore della produzione e valore aggiunto
-alla riclassificazione del Conto economico a costo del venduto, tenendo conto della classificazione dei costi secondo la destinazione, riportata nella tabella seguente.