Aggiornato il 4 Maggio 2023
In questa guida spieghiamo cosa sono i ratei attivi e i ratei passivi e come si rilevano in partita doppia.
Lo svolgimento dell’attività aziendale dà spesso luogo a operazioni che si prolungano da un esercizio all’altro. In questo caso i costi e i ricavi cui esse danno origine, noti sia nell’importo sia nella scadenza, devono essere ripartiti tra due esercizi in ragione del tempo.
Supponiamo che l’impresa abbia ottenuto un mutuo dalla propria banca per finanziare l’acquisto di un impianto e che debba corrispondere interessi semestrali posticipati in data 1/4 – 1/10. può essere rappresentata graficamente nel seguente modo
Osserviamo che il pagamento posticipato degli interessi relativi al periodo 1/10/n – 1/4/n+1 si colloca tra due diversi anni. Ciò significa che in relazione al 31/12/n, data in cui l’impresa procede alla redazione dell’inventario d’esercizio, l’importo degli interessi semestrali può essere diviso in due componenti
-una parte già maturata, riferibile all’esercizio n, corrispondente al debito potenzialmente sorto verso la banca per il periodo 1/10/n – 31/12/n, detta rateo (in grigio nell’immagine)
-una parte non ancora maturata, riferibile all’esercizio n+1, esercizio in cui avverrà il pagamento dell’intera somma dovuta per interessi
Il rateo è dunque una quota di uscita o di entrata finanziaria futura che misura costi o ricavi già maturati e non ancora rilevati, la cui manifestazione finanziaria avrà luogo in esercizi futuri. In particolare
-il rateo è passivo se prevede uscite future, relative a spese e costi non ancora sostenuti. Esso misura componenti negativi di reddito a rilevazione posticipata, già maturati ma non ancora liquidati
-il rateo è attivo se prevede entrate future, relative a rendite e ricavi non ancora conseguiti. Esso misura componenti positivi di reddito a rilevazione posticipata, già maturati ma non ancora liquidati
Lo schema di rilevazione è il seguente:
I ratei rappresentano valori finanziari presunti perchè indicano il credito o il debito potenziale dell’impresa, corrispondente alla quota di ricavo o costo già maturata nell’esercizio in corso, e si calcolano ripartendo l’intero importo del costo o del ricavo tra gli esercizi proporzionalmente al tempo.
Negli esempi che seguono abbiamo impostato il ragionamento di calcolo del rateo tenendo conto del tempo fisico. Tale modalità di calcolo deve essere integrata dal principio contabile riguardante ratei e risconti; in esso viene introdotto il criterio del tempo economico, che ribadisce la necessità di correlare costi e ricavi. Pertanto, quando le prestazioni che originano i costi e i ricavi da ripartire non sono costanti nel tempo, l’importo dei ratei e dei risconti deve riflettere i contenuti economici del fatto amministrativo.
Poniamo che in data 1/10 si stipuli il contratto di affitto di un capannone con pagamento di rate semestrali posticipate di € 12.000 e che il capannone di fatto venga utilizzato solo a partire dal mese di novembre. Se si applicasse il criterio del tempo fisico, si determinerebbe un rateo passivo per tre mesi facendo gravare sull’esercizio un costo di € 6.000; è invece corretto applicare il criterio del tempo economico e ripartire il costo sui cinque mesi effettivi di utilizzo, facendo gravare sull’esercizio un costo di € 4.800.
Esempio
L’impresa ha effettuato le seguenti operazioni: in data 1/11 ha ottenuto un mutuo passivo di € 60.000 su cui maturano interessi semestrali posticipati al tasso del 5,50% annuo; in data 1/10 ha concesso un mutuo attivo di € 7.000 a un cliente che restituirà il prestito in data 1/3 versando anche interessi al tasso del 4,50%.
1] accensione del mutuo passivo
Banca c/c |
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60.000 |
|
Mutui passivi |
|
60.000 |
2] rilevazione del rateo passivo
Ratei passivi |
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550 |
|
Interessi passivi su mutui |
|
550 |
3] accensione del mutuo attivo
Denaro in cassa |
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7.000 |
|
Mutui attivi |
|
7.000 |
4] rilevazione del rateo attivo
Ratei attivi |
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78,50 |
|
Interessi attivi su mutui |
|
78,50 |
I ratei attivi e passivi iniziali misurano componenti di reddito che non sono di competenza del nuovo esercizio e che pertanto devono essere stornati per non farli più incidere sulla determinazione del risultato economico. I ratei iniziali possono essere stornati subito dopo la riapertura dei conti oppure al momento della manifestazione finanziaria delle operazioni cui si riferiscono; la differenza risiede nel fatto che con la prima procedura i conti accesi alle variazioni d’esercizio interessati dai ratei iniziali funzionano come conti bilaterali (e dunque i ratei iniziali stessi sono considerati rettifiche di costi o ricavi), mentre con la seconda procedura tali conti funzionano come conti unilaterali (e dunque i ratei iniziali stessi non sono considerati rettifiche di costi o ricavi).
(esempio 1) storno immediato dei ratei iniziali
1] 31/12/n (chiusura del conto Ratei passivi)
Ratei passivi |
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1.000 |
|
Bilancio di chiusura |
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1.000 |
2] 1/1/n+1 (apertura del conto Ratei passivi e giro al conto specifico)
Ratei passivi |
|
1.000 |
1.000 |
Bilancio di apertura |
|
1.000 |
|
Interessi passivi su mutui |
|
1.000 |
3] 1/3/n+1 (pagamento degli interessi)
Interessi passivi su mutui |
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1.500 |
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Denaro in cassa |
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1.500 |
(esempio 2) storno non immediato dei ratei iniziali
1] 31/12/n (chiusura del conto Ratei passivi)
Ratei passivi |
|
1.000 |
|
Bilancio di chiusura |
|
1.000 |
2] 1/1/n+1 (apertura del conto Ratei passivi)
Ratei passivi |
|
1.000 |
|
Bilancio di apertura |
|
1.000 |
3] 1/3/n+1 (pagamento degli interessi)
Interessi passivi su mutui |
|
500 |
|
Denaro in cassa |
|
1.500 |
|
Ratei passivi |
|
1.000 |