Aggiornato il 17 Gennaio 2024
In questa guida spieghiamo quali sono le fonti di finanziamento delle imprese.
Per poter svolgere la propria attività l’azienda deve disporre di un patrimonio, ossia di beni economici che ne costituiscono la ricchezza e che sono destinati a essere scambiati o ad essere utilizzati per soddisfare direttamente o indirettamente i bisogni umani. Il patrimonio è un flusso, poichè aumenta e diminuisce a ciclo continuo per effetto delle operazioni di gestione, ma la sua analisi viene effettuata considerandolo come uno stock, vale a dire come un insieme di “oggetti” visti in un preciso momento temporale.
La necessità di possedere un patrimonio impone all’azienda la ricerca di finanziamenti da destinare all’investimento in fattori produttivi; questi fattori produttivi possono essere mezzi monetari o mezzi non monetari (beni in natura). L’accensione di un finanziamento comporta un’entrata di denaro o di beni, mentre l’estinzione di un finanziamento comporta di norma un’uscita di denaro e raramente un’uscita di beni.
Il finanziatore, rispetto all’impresa a cui fornisce capitali, può essere:
-proprietario (in caso di azienda individuale) o socio (in caso di azienda collettiva) acquisisce la proprietà parziale o totale dell’impresa, partecipa ai frutti della gestione e si assume i rischi propri dell’attività imprenditoriale in un’economia di mercato; il capitale apportato prende il nome di capitale proprio
-creditore concede temporaneamente un prestito, allo scopo di percepire un interesse commisurato al tempo e all’entità del capitale, e limita il rischio all’importo prestato; il capitale apportato prende il nome di capitale di debito o di capitale di prestito
I finanziamenti a titolo di capitale proprio derivano all’azienda da:
-i conferimenti effettuati dal proprietario o dai soci; si tratta di fonti di finanziamento esterne. Da segnalare che sono possibili anche finanziamenti dei soci che non influiscono sul capitale proprio, come spiegato nella guida sul sito Imoduli.net.
-gli utili conseguiti con la gestione non prelevati dal proprietario o non distribuiti ai soci; si tratta di fonti di finanziamento interne (autofinanziamento)
e hanno le seguenti caratteristiche:
-non hanno una scadenza prefissata (i capitali apportati da soci e proprietari rimangono investiti a lungo termine, fino alla cessazione dell’attività o fino alla cessione dell’azienda o delle quote possedute)
-non comportano l’obbligo di una remunerazione predeterminata (il capitale proprio è remunerato solo se la gestione genera utili e se questi utili non vengono destinati all’autofinanziamento)
-sono soggetti direttamente al rischio d’impresa
I finanziamenti con capitale di debito corrispondono a debiti contratti dall’azienda con soggetti terzi (banche, fornitori, finanziatori, altri soggetti) che hanno fiducia nelle capacità di rimborso e pagamento dell’azienda al punto da concederle credito. Questi finanziamenti hanno le seguenti caratteristiche:
-sono soggetti all’obbligo del rimborso alla scadenza concordata
-comportano l’obbligo della remunerazione indipendentemente dal risultato economico dell’azienda (la remunerazione avviene tramite il pagamento di un interesse, esplicito [chiaramente indicato con un tasso percentuale] o implicito [già compreso nell’importo da pagare alla scadenza])
-sono soggetti al rischio d’impresa indirettamente e in via secondaria (l’impresa deve rimborsare i debiti verso terzi prima di procedere al rimborso del capitale proprio)
I debiti possono essere di regolamento (sorgono al momento dell’acquisto dilazionato di prodotti e vengono remunerati da un interesse implicito) o di finanziamento (sono veri e propri prestiti, remunerati da un interesse esplicito).
Il rapporto tra il capitale di debito e il capitale proprio indica il grado di capitalizzazione dell’azienda. Maggiore è l’incidenza del capitale proprio, migliore è lo stato di salute dell’impresa.
I finanziamenti rappresentano un elemento indispensabile per lo svolgimento dell’attività aziendale. Per questo motivo la ricerca dei mezzi finanziari nelle forme più adatte alle esigenze produttive assume un’importanza tale da far sorgere di frequente un’area operativa aziendale il cui compito esclusivo è quello di raccogliere e di gestire i mezzi finanziari.
Attraverso l’attività finanziaria l’azienda intende conseguire l’obiettivo gestionale dell’equilibrio finanziario: si tratta della capacità di far fronte costantemente con le proprie entrate agli obblighi di pagamento assunti in precedenza e alle esigenze di investimento che via via si manifestano. La gestione finanziaria perciò si occupa di raccogliere i mezzi finanziari necessari, di gestire le risorse finanziarie e di ricercare l’equilibrio momento per momento tra i mezzi raccolti e i mezzi impiegati. Una gestione finanziaria ottimale può inoltre essere in grado di creare delle eccedenze finanziarie, che possono essere investite e fatte fruttare.
Attraverso le fonti di finanziamento l’impresa raccoglie mezzi finanziari, che vengono investiti nella produzione sotto forma di fattori produttivi. I fattori produttivi possono essere classificati in:
-beni strumentali partecipano più volte al processo produttivo e danno la loro utilità per periodi medio-lunghi, superiori all’anno; rappresentano gli investimenti nella struttura dell’azienda
-beni destinati alla lavorazione, alla vendita o al consumo partecipano una sola volta al processo produttivo oppure danno la propria utilità per periodi brevi, non superiori all’anno
-servizi sono costituiti dalle prestazioni fornite da altre aziende o da collaboratori autonomi
-lavoro dipendente sono le prestazioni dei soggetti legati all’azienda da un contratto di lavoro subordinato
I beni strumentali sono fattori pluriennali, mentre tutti gli altri fattori produttivi sono fattori d’esercizio. I fattori produttivi possono inoltre essere materiali o immateriali.
Come Scegliere Fonti di Finanziamento
Vediamo quali sono gli elementi da considerare nella scelta delle fonti di finanziamento.
Le caratteristiche del mercato dei capitali: la struttura del mercato con le sue caratteristiche determina la disponibilità dei finanziamenti per le aziende.
Le caratteristiche del fabbisogno e la situazione interna dell’azienda: il capitale circolante permanente deve essere coperto con mezzi di terzi a lungo termine, mentre le attività fisse con capitale proprio, solamente la parte di circolante fluttuante va coperta con mezzi di terzi a breve termine. Tale norma non sempre trova riscontro nella realtà, infatti numerose aziende ricorrono all’indebitamento a breve termine anche per la copertura di fabbisogni durevoli. Per capirne i motivi è necessario confrontare non solo le caratteristiche di variabilità del fabbisogno con le possibili durate dei finanziamenti ma anche i cicli finanziari tipici delle operazioni di impiego e copertura.
Se il fabbisogno relativo all’investimento di tipo permanente in capitale circolante deriva da operazioni che, prese singolarmente, hanno un ciclo finanziario a breve, è possibile ricorrere a coperture che, se prese singolarmente, abbiano un ciclo finanziario di breve termine.
Condizioni necessarie sono quindi che:
-i debiti a breve non superino il circolante;
-la rotazione dei prestiti a breve rispecchi quella degli impieghi in circolante;
-la parte di debiti a breve che viene utilizzata per coprire il fabbisogno di circolante non superi mai l’ammontare delle risorse di cui l’azienda ritiene di poter disporre stabilmente.
Altri aspetti, relativi alla situazione interna dell’impresa, devono essere considerati:
-la redditività: il reddito operativo esercita una duplice influenza, cioè valuta se sia opportuno procedere a nuovi investimenti e inoltre fornisce indicazioni rispetto alla possibilità di far fronte alla remunerazione dei mezzi finanziari investiti dai terzi in azienda;
-il grado di rischio: se il rischio operativo è elevato, qualora si decidesse di ricorrere a capitale di credito si introdurrebbe un ulteriore elemento di rigidità nella struttura dei costi, gli oneri finanziari aumentano inevitabilmente la rischiosità aziendale per l’impiego economico e finanziario incrementale che generano;
-la possibilità di fornire garanzie: qualora si sconsigliasse la concessione di garanzie si potrebbe giungere alla conclusione di rinunciare al finanziamento;
-la forza contrattuale: la posizione dell’azienda sul mercato, la sua immagine, la sua età, la sua quota di mercato, elementi che influiscono soprattutto sull’accesso alle diverse forme di finanziamento e quindi sulla convenienza economica.
La convenienza economica: in un mercato finanziario efficiente il valore dei titoli emessi da un’impresa non è influenzato dall’effetto delle imposte personali, imposte che risultano quindi irrilevanti nella determinazione del valore delle aziende. In Italia
invece non solo il mercato non si avvicina all’efficienza dei modelli teorici, ma è anche molto esiguo, in relazione al numero di aziende esistenti; inoltre l’imposizione fiscale a livello personale influisce pesantemente sulle scelte di struttura finanziaria.
La fattibilità finanziaria: riguarda la compatibilità dei flussi generati con i flussi che in ogni caso avrebbero luogo nel contesto aziendale.
L’elasticità finanziaria: un’azienda caratterizzata da un elevato grado di elasticità finanziaria, in presenza di un fabbisogno, è in grado di effettuare la copertura in qualunque modo desideri, di proteggersi contro possibili futuri andamenti negativi o di coprire esigenze immediate in qualsiasi momento.
Le esigenze legate al controllo: in Italia, mancando le public company, è molto sentita tale esigenza, infatti in situazioni in cui sarebbe opportuno il ricorso al capitale proprio si ricorre al capitale di terzi proprio a causa della possibile perdita di controllo.
Gli aspetti legati alla complessità delle procedure e ai tempi di erogazione: la scelta cade sull’una o sull’altra forma di finanziamento a seconda delle necessità di copertura