Aggiornato il 4 Maggio 2023
I Ffr sono parte del capitale fisso aziendale e possono avere sia natura materiale sia immateriale. Essi cedono la propria utilità economica in più cicli produttivi, ai quali partecipa mantenendo inalterate le sue caratteristiche tecniche. Ogni Ffr è legato a tutti i prodotti che si possono ottenere per mezzo della sua utilizzazione. Questi come i fattori a fecondità semplice generano un costo.
In particolare i Ffr in relazione alla durata di vita nei processi produttivi, separano il costo unitario in quote di costo comune a più esercizi. Queste quote di costo sono attribuite sulla base del contributo dato dal fattore alla realizzazione delle attività produttive. Nel corso del tempo, mediante la collocazione dei prodotti sui mercati, si pone in essere il graduale processo di recupero degli investimenti effettuati nell’acquisizione dei Ffr. Questo recupero è possibile in quanto i beni o servizi realizzati con quei fattori, sono locati sul mercato con un prezzo rimuneratore. Tali fattori caratterizzano la struttura patrimoniale e tecnica aziendale specie nelle aziende industriali, dove gli investimenti in capitale fisso sono notevoli.
Dato il pluriennale periodo entro il quale i Ffr rilasciano la loro utilità e di conseguenza il lento recupero di questi investimenti, essi determinano una rigidità della struttura produttiva aziendale, che la rende vulnerabile in caso di sollecitazioni al cambiamento e all’innovazione determinate dall’ambiente esterno. Oltre ad una maggiore rigidità, essi si caratterizzano per il maggior rischio che determinano per l’azienda, poiché espongono quest’ultima all’incertezza di rientrare dal recupero dei mezzi monetari investiti per cause sia interne, che esterne all’azienda. Sul piano dell’origine, i Ffr possono essere: acquisiti da fornitori terzi, prodotti internamente e apportati dai soci in fase di costituzione della società. Questi tre casi implicano differenti problematiche di determinazione e stima dei valori, poiché oltre ai costi di acquisizione, i Ffr sono condizionati nella vita fisica ed economica da altri costi come: i costi di manutenzione ( interventi ordinari per garantire l’efficiente funzionamento dei fattori) e ampliamento (interventi radicali finalizzati ad aumentare la capacità produttiva).
I Ffr, in particolare, materiali sono caratterizzati da tre elementi quali il dimensionamento, la flessibilità/elasticità e la specializzazione. I Ffr concorrono nel determinare la dimensione della capacità produttiva aziendale e, quindi, la struttura dei costi fisi aziendali. La flessibilità e l’elasticità rappresentano le potenzialità degli impianti di variare le proprie modalità applicative. La flessibilità riguarda la capacità di variare la tipologia di lavorazioni realizzate. L’elasticità, invece, è riferita alla capacità di variare il volume di produzione conservando inalterata la convenienza economica della produzione. Infine la
specializzazione riguarda la dedizione esclusiva dei Ffr allo svolgimento di specifiche operazioni, finalizzate alla realizzazione di specifici prodotti o fasi di lavoro. Macchine o attrezzature svolgono operazioni ripetitive generalmente meno complesse e in grado di generare più limitati costi unitari, in particolare su elevati volumi produttivi.
L’obsolescenza è un fenomeno che colpisce notevolmente i Ffr, che limita la capacità del fattore di partecipare in modo economicamente valido allo svolgimento del processo produttivo. L’obsolescenza è un fenomeno di natura economica che può colpire le strutture operative e cioè gli investimenti di cui l’azienda dispone e, in generale, tutte le condizioni economiche legate alla sua attività produttiva. In particolare, l’obsolescenza, può colpire: la struttura organizzativa dell’azienda, con riferimento alle competenze e alle conoscenze dei singoli dipendenti; la struttura operativa, relativamente ai fattori della produzione; e i beni/servizi prodotti dall’azienda, quando non sono più in grado di soddisfare economicamente i bisogni umani. L’obsolescenza ha due origini. La prima è di tipo interno ed è indicata come obsolescenza tecnica o senescenza, essa causa l’esaurimento delle potenzialità produttive del fattore che non è più in grado di svolgere adeguatamente la propria funzione. La seconda origine è di tipo esterno ed è indicato come obsolescenza tecnologica. Essa deriva dal processo tecnologico e scientifico che determina l’introduzione nell’ambiente di riferimento e l’adozione da parte dei concorrenti di nuovi fattori e processi produttivi generatori di risultati economici superiori. Questa superiorità consente di ottenere vantaggi di diverso tipo, tali da assorbire i maggiori costi delle innovazioni contenute nei nuovi fattori produttivi. In questo caso l’obsolescenza tecnologica ha un effetto diretto nel determinare la durata economica del fattore, definita
come il periodo entro il quale l’azienda ottiene positivi contributi economici dal fattore. L’obsolescenza economica dei fattori per gli aziendalisti è un fenomeno relativo, in quanto nessun bene è obsoleto in assoluto, perché bisogna considerare due elementi il primo sono le funzioni d’uso e l’altro è l’andamento del mercato. Per ridurre questo fenomeno bisogna orientarsi verso una produzione flessibile che riesca a modificarsi in conseguenza degli stimoli di cambiamento dall’ambiente esterno.